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RAGGUAGLIO XXII

Apollo, grandemente commosso a pietá nel vedere un misero soldato, che in una fazion di guerra aveva perdute amendue le mani, andar mendicando, dell’ingratitudine usata verso gli uomini militari acremente riprende i prencipi.

Questa mattina, allora che Apollo usciva di casa, gli si presentò innanzi un soldato, che, essendo senza Luna e l’altra mano, li chiedette l’elemosina. Apollo gli addimandò per qual infortunio egli cosi era rimasto stroppiato. Rispose il soldato che, mentre allo stipendio di un prencipe grande in un fatto d’arme maneggiava una picca, una palla di cannone gli aveva portate via amendue le mani. Comandò allora Apollo che larga elemosina fosse fatta a quel misero; e appresso ad alcuni prencipi, che gli erano allato, disse che dagli occhi del mondo levassero quell’infelice testimonio dell’ingratitudine loro, quel lagrimevole esempio della miseranda condizione de’ soldati moderni: poiché spettacolo che troppo affliggeva gli animi virtuosi era il vedere che quel soldato miseramente mendicasse il pane, che dal prencipe, al quale aveva servito, aveva meritato un ricco patrimonio, da potere altrui far quella elemosina che lo sfortunato era forzato chiedere ad altri.