Pagina:Boccalini, Traiano – Ragguagli di Parnaso e scritti minori, Vol. II, 1948 – BEIC 1771928.djvu/11

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ch’Ella di modo svisceratamente si affeziona a que’ suoi amorevoli che conosce innamorati delle virtú, che la passione dell’amore fino ha operato che nelle cose loro Ella non ha vedute quelle imperfezioni che isquisitamente averebbe notate nelle altrui. Ma, quando da questa soprabbondanza di amore di V. S. illustrissima verso me e le cose mie debba nascere il mio biasimo, mi rendo certo che quegli a’ quali queste mie fatiche capiteranno nelle mani, di modo rimarranno maravigliati dal vedere che in questa etá, nella quale vivono molti uomini segnalati che fino sono giunti alla vergogna di farsi loro idoli persone ignorantissime, se ne truovi uno che sia giunto alla virtú di talmente perdersi nell’amare i seguaci delle buone lettere, che a me abbia tollerata l’arditezza di metter in compromesso la riputazione di un suo pari per salvar la mia, che magnificheranno l’eccesso di V. S. illustrissima ed iscuseranno gli errori miei. Accetti V. S. illustrissima con la solita sua benignitá il picciol dono di questi miei sudori che ora le porge l’animo mio grande; e consenta che incontro ai gravissimi debiti ch’io ho con esso lei, possa notar questa picciola partita a credito mio. Il che le chieggo non giá per desiderio ch’io abbia di disobbligarmi da lei, ma per gustar la dolcezza che sentono gli onorati servidori, quando verso i benefici padroni loro esercitano la tanto lodevole virtú della gratitudine. Prosperi Iddio lungo tempo la persona di V. S. illustrissima, alla quale con ogni riverenza bacio la mano. Da Venezia, li 21 di settembre MDCXIII.

Di V. S. illustrissima e reverendissima

umilissimo e obbligatissimo servidore

Traiano Boccalini.