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CENTURIA SECONDA - RAGGUAGLIO XXV 115

far doveva Epiteto nell’infelicissima qualitá de’ tempi moderni, ne’ quali, il mondo tutto apertamente vedendosi appestato dal morbo perniziosissimo de’ politici, particolar professione de’ quali è non prestar fede a quelle azioni c’hanno certa affettata apparenza di straordinaria bontá, fortemente era da temere che la buona volontá e l’ottima intenzione, ch’egli aveva nel negozio di fondar nuova setta di stoici riformati, avessero interpetrata ipocrisia, strombettando, come è lor costume, per ogni cantone che Epiteto, filosofo di animo tanto ben composto, volesse abbandonar la setta vecchia stoica, dove era coda, per ambizione di farsi capo di Una nuova.