Pagina:Boccalini, Traiano – Ragguagli di Parnaso e scritti minori, Vol. II, 1948 – BEIC 1771928.djvu/144

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ed ereditario, che si deve; perché, se per vizio di animo fiero, sitibondo del sangue umano, se per bestialitá di capricciosa immanitá ad alcuno averò fatta toglier la vita, da ora, come se io il piú vile e abbietto plebeo fossi di questo Stato, mi sottopongo al rigore della legge cornelia; ma se per mera necessitá di Stato sarò incrudelito contro il sangue di Augusto, contro i senatori grandi, contro i capitani di straordinario valore e insomma contro la stessa virtú, priego ognuno a considerare la necessitá che i prencipi nuovi hanno di operar, anco in infinito dispiacer loro, cose atroci e sopramodo crudeli. E in questa mia presente occasione mi piace con la stessa autoritá delle cose scritte dall’implacabile mio accusatore Tacito difender me medesimo. Egli dunque apertamente ha detto che l’orrenda proscrizione fatta da Augusto, la quale io confesso che passò tutte le piú immani fierezze che giammai fossero comandate da uomo crudele, non per inclinazion di animo fiero, ma solo per necessitá di Stato da que’ medesimi fu ordinata, che sommamente la biasimarono. « Sane proscriptionem civium — queste sono le parole di Tacito, — divisioties agrorum neque ipsis quidem, qui fecere, laudatas »(*). Il ehe essendo vero, debbo io esser condennato per la prudenza di bene aver saputo stabilirmi in un principato nuovo, e per aver avuto genio di por in esecuzione que’ precetti, che non solo ogni altro scrittor politico, ma lo stesso Tacito ha pubblicati al mondo? E se è vero che allora l’indulgenza, la mansuetudine e la clemenza viziose sono in un prencipe, quando virtudi tanto segnalate sono usate verso chi nel perdono conserva l’animo iniquo, il genio vizioso, il cuor pieno di fierezza e di stimolo di vendetta, quando io vivi avessi lasciati Agrippa Postumo, Germanico e gli altri soggetti del sangue di Augusto, trovasi qui tra voi alcuno che creda che questi sinceramente avessero mai amata la grandezza mia? E se stabilissimo fondamento politico è che i prencipi sopra tutte le cose deono procacciarsi il regnare senza gelosia; e se quel prencipe non mai sicuro si può dir nel suo Stato, mentre vivono quei

(1) Tacito, libro 1 degli Annali [cap. io].