Pagina:Boccalini, Traiano – Ragguagli di Parnaso e scritti minori, Vol. II, 1948 – BEIC 1771928.djvu/150

Da Wikisource.

CENTURIA SECONDA - RAGGUAGLIO XXXIV 145

moltiplicarono di modo, che, il richiamo di tanti disordini essendo alla fine pervenuto agli orecchi di Apollo, egli molto rimase maravigliato che una deliberazione fatta con zelo di tanta caritá, avesse potuto sortir il fine infelice di una tanto calamitosa confusione. Onde Apollo, bruttamente da Ippocrate chiamandosi offeso e schernito, che sotto zelo di apparente caritá verso il ben pubblico con quel pernizioso ricordo avesse voluto aprirsi larga strada all’esercizio della sua ambizione, in pubblica udienza disse che finalmente aveva toccato con mano che, per curar qualsivoglia infermitá, molto piu valevano i medici assistenti all’ammalato, ancorché ignoranti, che i dottissimi lontani; e appresso con indignazion grande disfece il collegio, con animo deliberatissimo di far contro Ippocrate qualche notabil risentimento. Ma per le instanti preghiere di Esculapio da cosi severa deliberazione si rimosse; il quale, avendo confessato l’ambizione di Ippocrate, eccellentemente la scusò col desiderio, tanto comune a tutti gli uomini piú onorati, di comandare, per non parer di tener il lume agli altri e star per uno di piú in questo mondo.

T. Boccaiini, Ragguagli di Parnaso - 11 .

io