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RAGGUAGLI DI PARNASO

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RAGGUAGLIO XXXVI

Benché dopo gravi contese, pure alla fine Taide, famosa cortigiana de’ signori poeti comici, è ammessa in Parnaso; la quale con molta soddisfazione di Apollo dice l’utile ch’ella spera di apportar alla sua corte.

Nel gran conseglio che ieri si fece di tutti i letterati e de’ piú famosi personaggi che si truovino in questo Stato di Parnaso, furono proposti molti soggetti dottissimi in tutte le arti liberali, nuovamente capitati a questa corte, perottenere onorato luogo in Parnaso; tra i quali proposta e con favorevoli suffragi fu anco vinta Taide, famosissima meretrice de’ signori poeti comici, straordinariamente aiutata da Publio Terenzio, tanto parziale di lei, che con tutti i virtuosi poeti fece scoperte pratiche; e occorse che, mentre (acciò ella si presentasse avanti Apollo e il virtuoso senato per render loro le dovute grazie del beneficio ricevuto) le fu aperta la porta di Parnaso, l’illustrissimo signor cardinale Alessandro Farnese, accompagnato da una comitiva di prelati suoi amorevoli, si oppose a Taide per impedirle l’intrata: ad alta voce esclamando che, se persona tanto indegna e dalla quale non altro poteva aspettarsi che scandali pubblici doveva esser ammessa in Parnaso, per non veder con sporcizia tanto fetente profanati quei virtuosi luoghi, che solo erano stanza di que’ letterati che con la voce, con gli scritti e col buon esempio della vita loro altrui potevano insegnar precetti salutari, in tutti i modi voleva andarsene, e che sapeva di aver molti virtuosi che in quella risoluzione l’averebbono seguitato. Mentre il cardinale diceva queste parole e che con forza grande si adoperava per cacciar Taide fuori della porta, ella da una molto numerosa squadra di poeti, che facevano spalla a Terenzio, cosi vivamente veniva aiutata, che a quella porta si diede principio ad una molto pericolosa quistione. Ma la sagace Taide, che sapeva che delle risse tutte, le quali per lo passato erano seguite per cagion di lei, ella mai sempre aveva