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RAGGUAGLIO XLIV

Il duca d’Alva nel suo nuovo principato degli Achei, con esquisita diligenza avendo fatto carcerare, uccidere e poi segretamente nelle stesse carceri sepellire due de’ primi soggetti di quello Stato, di cosi crudel azione essendo accusato, avanti Apollo sufficientemente difende se stesso.

Poco dapoi che ’l duca d’Alva ebbe pigliato il possesso del nuovo principato degli Achei, del quale appieno si scrisse con le passate, quell’ingegno severo che, tutto essendo accortezza, tutto vigilanza, con tutti quei requisiti pareva procreato dalla natura, che necessari sono ad un prencipe che sicuramente voglia dominare Stati nuovamente conquistati, dapoiché esattamente ebbe osservato gli umori e gli andamenti tutti di alcuni principali soggetti del suo Stato, somma cura pose per venir in cognizione di quei che quelle molte sollevazioni popolari avevano suscitate, le quali lo Stato libero degli Achei avevano precipitato; e finalmente con mano toccò i mali tutti passati avere avuto origine dall’ambizione di due uomini molto segnalati. I quali essendo facoltosi, liberali, manierosi, ambiziosi fino al termine di esser di genio sopra l’uso degli uomini privati, sitibondi della dominazione (qualitadi che in qualsivoglia republica corrotta e in ogni principato nuovamente fondato formidabile rendono colui che le possiede), e per tai cose svisceratamente amati dal popolo, il prencipe, per assicurar la quiete del suo Stato, cosa necessarissima stimò levar dal mondo soggetti tanto pericolosi ; di modo che con destrezza e segretezza mirabile amendue gli ebbe nelle mani, e con necessaria risoluzione e degna dell’ingegno di colui che seppe porla in esecuzione, nell’ora medesima che furono condotti prigioni, segretissimamente li fece scannare e sepellire. Questa tanto crudele e risoluta azione, insolita ad udirsi e vedersi in uno Stato che, giammai non avendo conosciuta servitú, non aveva notizia dei severi risentimenti che sogliono fare i prencipi