Pagina:Boccalini, Traiano – Ragguagli di Parnaso e scritti minori, Vol. II, 1948 – BEIC 1771928.djvu/197

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straordinario rigore. Onde martedí mattina ne’ rostri fece pubblicar un editto, nel quale a qualsivoglia persona soggetta alla sua giurisdizione strettamentecomandavache nel termine di tre giorni affatto liberasse l’animo suo dalla scelerata sporcizia dell’ipocrisia: dichiarando che d’allora egli cassava, annullava e per cassa e annullata voleva che si avesse la licenza, che poco prima a’ galantuomini avevano conceduta i suoi censori, dell’uso dell’ottantesima parte di un grano d’ipocrisia; e che, passati i tre giorni, i quali per ultimo termine perentorio assegnava ad ognuno, que’tutti che di cosi infame delitto fossero trovati colpevoli, non solo aperti nemici dichiarava delle serenissime virtudi, incapaci di fama gloriosa, inabili a poter giammai conseguire onore, ma al mondo tutto li pubblicava creature vituperose, svergognate, infami, e che d’allora, con tutta la pienezza della potestá ch’egli aveva sopra i suoi letterati, fino li dichiarava vergognosi ignoranti. Di piú, affine che mostro tanto orrendo da’ suoi virtuosi eternamente per lo tempo avvenire fosse fuggito, detestato e aborrito, che comandava che i conosciuti colpevoli di cosi atroce delitto, come diffidati, membri putridi e segregati dal corpo de’ letterati, da’ poeti satirici co’ mordaci versi, dagli oratori con le pungenti invettive e dai virtuosi tutti con ogni sorte di arme atta a vituperar la fama altrui, impune potessero esser svergognati, vituperati, infamati. E che non solo ogni sorte e qualitá di testimonio, per inabilissimo ch’egli-si fosse, pienamente provasse l’accusa data contro alcuno inquisito di delitto tanto nefando, ma che per ogni minimo segno, coniettura, sospetto o indizio, ancorché molto remoto, che si scoprisse o notasse in alcuno di esser ipocrita, a qualsivoglia sorte di uomo fosse lecito manometterli co’ bastoni, lapidarli con le sassate; e che per condannar qualsivoglia di cosi fatto vizio sufficientissime pruove fossero avute e riputate il molto scandalizzarsi di cose di poco momento, lo spesso parlar di caritá senza mai far elemosina, l’avere indosso la toga spelata e posseder buona intrata, comparire in piazza povero e in casa viver deliziosamente, avere una avarizia diabolica e fare ostentazione di una divozione angelica, parlare adagio e con la voce fioca e, sotto colore di