Pagina:Boccalini, Traiano – Ragguagli di Parnaso e scritti minori, Vol. II, 1948 – BEIC 1771928.djvu/208

Da Wikisource.

di Platone: e appresso poi disse a Platone che di sommo pregiudicio era alla sua riputazione che ’l mondo tutto vedesse dalla sua scuola esser uscito uno scolare tanto rubello. Allora e Platone e Aristotile prontissimi si mostrarono di voler cedere all’opinioni del compagno, qualora con sufficienti argomenti e con buone ragioni fossero fatte conoscer loro migliori ; e concordemente vennero in questo appuntamento, di cimentarsi a solo a solo, senza gli assistenti padrini, a disputa fornita, in due cattedre, con la ragione in mano. Non solo accettò Apollo cosi gloriosa disfida, ma per consolazione de’ suoi curiosi virtuosi nell’ora medesima nella porta del ginnasio maggiore della filosofia e negli altri pubblici luoghi fece affiger editti, ne’ quali tutt’ i letterati erano invitati a veder cosi onorato e virtuoso spettacolo; e acciò quei ch’abitano in lontani paesi avessero tempo da venire in Parnaso per intervenir a cosi onorato duello, assegnò a que’ filosofi il termine di venti giorni da comparire in campo. Frattanto per commoditá de’ virtuosi attorno l’atrio maggiore di Urania furono fabbricati molti palchi; e il giorno della disputa da Adriano, da Orlando, da Cipriano e dagli altri musici piú moderni a piú cori furono prima cantate le soavissime composizioni loro, con l’accompagnamento non solo degli organi, delle viole, delle arpe e degli altri stromenti piú gravi ricevuti ne’ concerti degli uomini virtuosi, ma, conforme al difetto dell’etá moderna, con l’intervento del leuto, del cornetto, della tiorba e dello stesso violino, poco dianzi cavato dal concerto ignorante di que’ triviali sonatori che per le piú vili bettole vanno furfantando. Fornita che fu la musica, i due famosissimi paladini della filosofia comparvero in campo, e sei ore continove durarono le dispute loro; ma non però giammai fu possibile che vi seguisse la concordia desiderata, poiché nella lotta filosofica, curiosissima e deliziosissima agli animi de’ virtuosi, solo si veggono forze di braccia disodi argomenti, gagliardie di schiena di efficaci ragioni, destrezze mirabili di piedi di apparentissime dimostrazioni, senza però che vi segua mai quell’atto dell’ultima forza, che è l’unico diletto de’ virtuosi spettatori, di veder gettato in terra l’inimico, abbattuto e convinto con la forza degli