Pagina:Boccalini, Traiano – Ragguagli di Parnaso e scritti minori, Vol. II, 1948 – BEIC 1771928.djvu/211

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dei primi soggetti militari di questa corte, si faceva la cerimonia di consegnarli la solita sopraveste, il fiscal Bossio accusò Consalvo di spergiuro. Apollo, che in sommo orrore ha uomini incolpati di poca fede verso gli uomini, nonché quelli che spergiuri sono stati verso Iddio, tre giorni di tempo diede al fiscale di provar quella accusa; e trattanto comandò che nel negozio di Consalvo si soprasedesse. Consalvo, per quella bruttissima imputazionegraveniente essendosi tui bato, al fiscal Bossio disse ch’egli sempre aveva fatto professione di uomo fedelissimo, e che non solo maravigliato, ma fortemente scandalizzato rimaneva che ad un suo pari, nato e allevato in un regno dove la fedeltá verso il suo re e ogni uomo privato fioriva al pari di quello che in altra parte del mondo si facesse, fosse data cosi scelerata accusa. A Consalvo rispose il Bossio che gli piacesse di raccontare il caso della prigionia del duca di Calavria, come passò; ché, da quello che in lei occorse, si sarebbe chiarito che egli contra ragione non era travagliato. Disse allora Consalvo che, nella ròcca di Taranto avendo egli assediato il giovane duca di Calavria, figliuolo di Federigo ultimo re di Napoli, allora che quel signore fece risoluzione di rendersi, capitulò con esso lui che libera autoritá li concedeva di poter a sua voglia ritirarsi dove meglio li pareva, e che alla sua promessa acquistò la fede dell’osservanza col giuramento che fece sopra la sacrosanta eucaristia; mache, contrafacendo poi al giuramento, si assicurò della persona del duca, il quale con buone guardie mandò prigione in Spagna. Sdegnatissimo si mostrò allora Apollo contro Consalvo, e gli disse che cosi empia ed esecranda azione affatto indegno lo rendeva della virtuosa stanza di Parnaso; che però quanto prima uscissedal suo Stato. Tutto confusoeattonito rimase Consalvo per cosi orrenda sentenza che udi fulminatasi contro: e in sua discolpa disse che, quantunque egli conoscesse quell’azione bruttissima, che, violentato nondimeno dal buon servigio del suo re, era stato forzato farla; perché, appresso i buoni politici essendo regola molto trita che i prencipi sicuramente non posseggono gli Stati conquistati mentre quei vivono che ne sono stati cacciati, affatto compiuta chiamar non si poteva lanobilissima vittoria