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CENTURIA SECONDA - RAGGUAGLIO LXI 221

ne’ quali siamo capitati noi, che, per li nostri vani capricci avendo perduta la pubblica libertá della nostra patria, sceleratamente nelle lugubri miserie, che siamo forzati vedere, avemo precipitata la casa e il sangue nostro. E da questo vostro cosi abbondante sangue ch’avete sparso, abbiamo finalmente imparato a conoscere che le dignitá grandi, i magistrati supremi della patria libera dagli onorati senatori col merito della virtú si deono cercar di possedere, non, come infelicissimamente abbiamo fatto noi, con le private discordie e con le sedizioni delle armi civili: non altra piú crudele e scelerata pazzia trovandosi di quella di un senatore, che, per la vana speranza di migliorar la condizion sua e lo stato della sua casa nella pubblica servitú, aderisce al tiranno amico.

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