Pagina:Boccalini, Traiano – Ragguagli di Parnaso e scritti minori, Vol. II, 1948 – BEIC 1771928.djvu/232

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plebe era esercitata, la quale per la sua innata timiditá piú temeva i castighi che amasse il zelo della sua riputazione : ma che il nobile, che ordinariamente piú errava per vendicar le ingiurie insopportabili alPonor suo che per mala qualitá di animo vizioso, col soverchio rigor delle leggi usato contro lui si chiamava strapazzato, e co’ parenti e aderenti suoi nobili, ché con l’occasione di quella vergogna alla nobiltá tutta quella causa far suole comune, anzi si accendeva d’ira e infelloniva l’animo fino al termine di smaccar, anco con bestiali vendette, la riputazion dell’officiale troppo capriccioso. Tutte cose che chiaramente gli mostravano che poco accorto era quell’officiale che, nelle sue azioni potendo esser libero, con le crudeli dimostrazioni usate contro gli uomini nobili trapassava i termini tutti di quella retta giustizia, che con tanta isquisitezza deve esser uguagliata al delitto che altri aveva commesso; e che ’l proceder con altri termini era un far la sciocchezza di mettere a se stesso la catena al piede di sempre con ogni sorte e qualitá di persona esser severo ad un modo, e farsi schiavo di una vergognosa e molto pericolosa crudeltá. A queste cose replicò Corbulone ch’egli non aveva ingegno sufficiente per saper disputar le cause con le molte distinzioni de’ tempi, de’ luoghi e delle persone: ma che, nella navigazione delle sue risoluzioni governandosi con la calamita della sola pratica, sapeva che ’l castigo di que’ due fantaccini l’aveva liberato dal tedio di usar piú numerose severitadi. Replicò allora il Gonzaga che ’l contrario gli sarebbe accaduto, quando la crudeltá medesima avesse usata contro gli officiali grandi dell’esercito; e che mirabile era l’uso degli ortolani, dignissimo di esser imitato da ogni saggio governator di province, i quali co’ piú vili stracci di casa spaventavano gli uccelli dal mangiare i fichi degli orti loro, non con le preziose vesti di velluto.