Pagina:Boccalini, Traiano – Ragguagli di Parnaso e scritti minori, Vol. II, 1948 – BEIC 1771928.djvu/265

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e di pessima conseguenza il far conoscer la gamba stroppia di colui che appresso le genti è in opinione di camminar diritto; onde è che gli uomini che perfetta caritá hanno verso il prossimo loro, innanzi che venir all’atto di scoprir al mondo i difetti altrui, secretamente li medicano prima: ché nessuno si trovò giammai, il quale, dal tórre altrui l’onore, per sé acquistasse buona fama. Ma quello, che piú di qualsivoglia altro nostro dolore ne travaglia, è il vedere che a riformar i mendici sia stato preposto un par di Seneca, padre di quelle inesauste ricchezze ch’egli accumulò come Iddio sa; gli abbietti egli umili, l’insolentissimo Aristotile; i morti di fame, il golosissimo Marziale. E se quello è vero, di che ad alcuno, che di sana mente sia, non è lecito dubitare, che un medico crapulone con poco frutto altrui persuada la dieta, qual bene si può sperar da questa riforma, a noi comandando il parlar modesto Marziale, ne’ suoi versi tanto sporco? il perdonar le ingiurie ricevute, Aristotile, che fino col veleno anco contro il suo prencipe vendicò le offese di parole? la castitá, da Ovidio, padre delle lascivie? la pietá, da Luciano che tanto apertamente si è burlato di Dio? l’astenersi dalla robba altrui, da Ausonio Gallo, che tanto sfacciatamente saccheggiò l’Egitto datogli in governo? gli amori onesti, da Vergilio, che. co’ suoi versi tanto avendo celebrato il suo Alessi, quanto è noto ad ognuno, immortale ha anco resa la sua infamia? Niuna cosa, o sire, con violenza maggiore e con frutto piú abbondante riforma il mondo, che il buon concetto nel quale quei che devono esser riformati hanno i riformatori, e il buon esempio degli uomini grandi: mercé che chi medica il capo languido, vivifica le membra tutte del corpo debilitato; ma chi per liberarsi dalla micrania solo unge i piedi, getta gli olii e gli unguenti. Però, acciò da questa riforma quel frutto maggiore si cavi che desiderano gli uomini buoni, per grazia specialissima quello domandiamo alla Maestá Vostra, che per ogni termine di rigorosa giustizia non ci si può niegare: che a noi sia lecito ricordare ai signori riformatori quelle cose che ne pareranno fare a proposito per l’augumento della riputazion loro e per beneficio universale, e ch’abbiano essi pienissima autoritá