Pagina:Boccalini, Traiano – Ragguagli di Parnaso e scritti minori, Vol. II, 1948 – BEIC 1771928.djvu/277

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rose, nate alle armi e per loro naturai instinto avide de’ pericoli della guerra, ma perché con la lunga sperienza sono finalmente venuta in cognizione che il dilatar gl’imperi non, come molti scioccamente ambiziosi credono, sta posto nello scorrer in un anno co’ suoi eserciti moltitudine grande di province, ma poche, e quelle sicuramente far sue. Perché, siccome l’ingrassar un corpo umano non consiste nel mangiar molto, cosi il felicemente ingrandir gli Stati non dipende dal far acquisti infiniti; ma e l’ingrassare un uomo e il dilatar gl’imperi tutto dipende dal mangiar poco e digerir molto. E certo con molta ragione: perché il mantener gli Stati con le armi novellamente soggiogati è negocio sommamente laborioso, e anco allora grandemente difficile, quando la nazion domata è imbelle. Perché la mutazione di un prencipe naturale in un straniero, e allora particolarmente ch’egli è di religione e di nazion diversa, cosi a’ popoli è odioso basto, che con molta difficoltá si assuefanno a portarlo. Ma sopramodo difficilissimo è il mantenere uno Stato nuovamente soggiogato, che abitato sia da popoli feroci e bellicosi, anco allora che, affatto essendo distrutto e mancato il prencipe loro, non hanno a chi ricorrere; ma quando altri occupa una provincia di un prencipe potente, al quale non solo rimanghino forze da difender lo Stato che gli è avanzato, ma da ripigliar quello c’ha perduto, tutto quello che si acquista è di durissima digestione e quasi d’impossibil mantenimento; ma siccome ogni cibo, ancorché difficilissimo ad esser digerito, si concuoce bene, se altri moderatamente ne mangia, cosi gli acquisti de’ popoli bellicosi e a’ quali in grandezza vive il prencipe loro antico, deono esser piccioli : tutto affine di ben digerirli e di far i popoli novellamente soggiogati di nemici amici, di stranieri naturali. Di piú ho anco usato per corto tempo di far guerra a quel prencipe, la ruina del quale, tornando in depressione di altri potentati grandi, soverchie gelosie di Stato potea cagionare; e per questa sola cagione non ho continovata la guerra che contro la casa di Austria mossi ultimamente in Ungheria, perché la gelosia della perdita di Vienna, riputata l’antimurale della Germania e dell’Italia, sicuramente poteva