Pagina:Boccalini, Traiano – Ragguagli di Parnaso e scritti minori, Vol. II, 1948 – BEIC 1771928.djvu/296

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avessero voluto ricordarsi che, allora ch’essi azione alcuna facevano per l’impietá sua dalla legge d’iddio e degli uomini grandemente discordante, se poi accadeva che da alcuno fossero domandati della cagione che spinti gli aveva ad operar cose tanto empiamente inique, chiaramente rispondevano averle fatte per ragion di Stato. Si voltò poi Apollo verso Lodovico duodecimo, e cosi li disse: — Lodovico, per meglio chiarir voi e tutti questi prencipi che qua veggio radunati, della veritá ch’io dico, mi piace di servirmi dell’esempio di una delle vostre azioni: il quale chiaramente vi fará conoscere la diffinizione della ragion di Stato pubblicata da’ miei letterati, la quale ora tanto vivamente impugnate, esser vera. Voi sapete che la prima vostra moglie fu sorella di Carlo ottavo, nel regno di Francia vostro precessore; e anco so che vi ricordate che aderiste alla congiura fatta da Francesco duca di Bertagna, da Carlo duca di Borgogna e da molti altri signori grandi contro il regno di Francia; e che dal re Carlo, vostro cognato, foste fatto prigione; e che, mentre come a ribello si trattava di levarvi la vita, le efficaci preghiere della vostra moglie ve la salvarono. Sapete ancora che, poco appresso essendo morto Carlo, voi li succedeste nel regno; e che, per far le nozze con la reina vedova, stata moglie di Carlo, faceste divorzio con la vostra prima moglie, palliato da voi col pretesto che lo sponsalizio, che faceste con principessa tanto grande, fu forzato: quasi che la sorella di cosi gran re con violenza facesse bisogno maritarla ad alcuno. Voi stesso, Lodovico, benissimo conoscete che questo divorzio non si accorda con la legge di Iddio, non con quella delle genti; rispondetemi ora, qual cagione v’indusse a scacciar dal vostro letto quella moglie, dalla quale voi stesso confessate di aver ricevuta la vita. — Liberamente ad Apollo rispose il re Lodovico che senza dubbio alcuno la ragion di Stato cosi l’aveva violentato, perché la reina vedova di Francia, avendo la nobilissima dote del ducato di Bertagna, affine che quella provincia tanto importante, e dalla quale per lo passato la Francia aveva ricevuti mali grandi, non tornasse a disunirsi dal suo regno, aveva affettato quel matrimonio. —Vedete dunque — soggiunse