Pagina:Boccalini, Traiano – Ragguagli di Parnaso e scritti minori, Vol. II, 1948 – BEIC 1771928.djvu/343

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barba del Bembo e del Guidiccione, che si spremevano 40 mesi per far un sonetto di 14 versi». Molte altre varianti minori. Nell’indice autografo della c. 235 ha il titolo: «Cieco da Forlí in Parnaso ».

91 i Al «Cieco da Forli » Filippo Giunti dedicò nel 1514 la sua edizione óe\V Arcadia del Sannazzaro; il Tiraboschi gli attribuisce il primo libro dei Reali, apparso a Venezia nel 1534.

92 18 « carporire » è voce del dialetto romanesco (cfr. l’abruzzese scarpuri ) e vale strappare, sradicare, svellere.

92 23 Pietro Petracci, friulano, contemporaneo del Boccalini, visse a lungo a Venezia, dove probabilmente conobbe l’autore dei

Ragguagli-, di suo pubblicò solo Rime diverse (s. n. t.), ma fu sopratutto editore di opere altrui, raccogliendo Le Muse sacre, scelta

di rime spirituali (Venezia, 1608), la Ghirlanda dell’Aurora, scelta di madrigali (1609), La celeste lira (componimenti sopra l’Eucaristia) (1612) e pubblicando nel 1618 un’edizione espurgata dello Scherno degli Dei del Bracciolini ed altri testi « corretti con pubblica autoritá » ; appunto alla Celeste lira si allude nel ragguaglio.

92 36 Girolamo Morone (1470-1529), abilissimo diplomatico milanese, si fece anima della «congiura» intessuta nel 1525 per una coalizione dei principi italiani contro Carlo V e tentò di attrarvi il Marchese di Pescara, comandante supremo degli imperiali in Italia. Questi, cui era stata offerta la corona di Napoli, finse di accettare, ma rivelò tutto al suo re ed il 15 ottobre, a Novara, imprigionò il Morone, che potè salvarsi a stento, a prezzo di un servile voltafaccia. Cfr. Cent. II, 54.

Ragguaglio XIX. — È in A al n. 2. Varianti notevoli (giá

pubblicate da G. Rua in calce alla sua ristampa del ragguaglio in Letteratura civile italiana del ’600, Roma, 1910, pp. 63-67): 95 5 . 7 « fiorentino, essendosi accorto che non per altra cagione gli Spagnuoli tanto affettarono la servitú della libertá fiorentina, che per aprirsi larga strada all’acquisto di tutta Italia, come ben si conveniva ad un onorato Italiano, pose un crudele ma gloriosissimo odio contro la nazion » ; 95 18 «servitú spagnuola»; 967 «non fu l’Alamanni dimorato due mesi». È anche in N 3 al n. 20 con piccole varianti e senza l’ultimo periodo. Fra gli Appunti di P è forse da collegarsi a questo ragguaglio quello della c. 132 v.: «Le opere dell’Alemanno puzzavano ». Lo si riallacci anche coi due postumi di Cent. Ili, 33 e 47.