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ANNOTAZIONI

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Ragguaglio XLIII. — 171 tl II «regno principalissimo di Europa » è la Spagna.

Ragguaglio XLIV. — Questo ragguaglio è il seguito di

Cent. II, 26 e continua in Cent. II, 51 e 96.

i7 6 25 II «Fiorentino» maestro di politica è il Machiavelli.

I7 6 28 I due « uomini molto segnalati », cui qui si allude, sono il principe di Agamonte e il conte di Orno, citati nella chiusa del

ragguaglio: Lamoral d’Egmont, principe di Gavre (1522-1568), generale imperiale e governatore di Artois e Fiandra, e Filippo di

Montmorency-Nivelle, conte di Hoorn, ammiraglio di Fiandra, come capi del partito riformato nei Paesi Bassi furono arrestati, per ordine del Duca d’Alba, nel settembre 1567 e decapitati nove mesi dopo sulla piazza di Bruxelles.

Ragguaglio XLV. — In P, al n. 27, se ne ha una prima

redazione tin copia) ed un completo rifacimento autografo marginale molto interessante. Lo riproduco per disteso:

«Che Cosimo dei Medici, primo granduca di Toscana, salarii in Parnaso molti principali soggetti, conosciuti da lui di molto seguito, dello Stato ecclesiastico, è cosa nota ad ognuno. Ora occorse li giorni passati che, avendo cosi gran prencipe non solo salariato lungo tempo, ma bonificato con ricchi doni un nobil perugino di grand’autoritá nella sua patria, questi, credendosi che il tutto procedesse da mera liberalitá e sincera affezione di quell’Altezza, a fine che non si trovasse altro prencipe che avesse potuto comandargli e per esser piú assiduo nel servigio del suo signore, vendè tutte le facoltá che egli si trovava in Perugia e, dopo aver comperati molti beni in Casentino, fece sua stanza perpetua Firenze, dove si pose a servir quel granduca con assiduitá e fedeltá tale, che avanzava i piú eccellenti servitori che avesse a’ suoi servigi quel prencipe; ma occorse che, essendo egli un giorno andito al solito banco perché gli fosse contata la sua paga ordinaria, con suo infinito stupore trovò che di ordine di Sua Altezza gli era stata levata; di che fece avvisato il granduca, al quale si dolse che, crescendo in lui il merito del servigio, gli venissero scemati i soliti premi. Salatamente, come era suo costume, rispose a costui Cosimo che, essendo egli di perugino fattosi fiorentino, non era piú il caso per lui, il quale amava comprar dai soggetti di seguito forestieri l’infedeltá; della fedeltá ne