Pagina:Boccalini, Traiano – Ragguagli di Parnaso e scritti minori, Vol. II, 1948 – BEIC 1771928.djvu/68

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CENTURIA SECONDA - RAGGUAGLIO XIV 63

domanda mia dará la soddisfazione che io desidero, intanto a lei e a’ letterati di Parnaso non intendo di dar disgusto alcuno, che anzi da ora le prometto e solennemente mi obbligo di volere a’ fanciulli, che verranno alla mia scuola, insegnar la mia facilissima grammatica gratis. — Replicò allora Apollo ch’egli intanto non era il primo che sotto la medesima coperta di opera tanto caritativa si era intruso in Parnaso, che Donato prima, il Guarino poi, e appresso lo Scoppa, il Mancinello e gii altri infiniti grammatici, che con l’eccessivo numero loro tanto deturpavano la bellissima stanza di Parnaso, si erano serviti del medesimo bellissimo pretesto; i quali, poiché dalla profusa liberalitá de’padri di que’fanciulli, che nelle loro scuole avevano ammaestrati, erano stati arricchiti, ove la molta cortesia de’ larghi doni fatti loro piú doveva inanimarli a quella opera buona, contro l’aspettazion di ognuno intanto aveva fatto contrario effetto, che di giá essendo essi divenuti facoltosi, come prima si erano avveduti di poter nell’ozio deliziosamente vivere delle rendite loro, affatto abbandonando l’esercizio dell’insegnare, empiamente avevano dato de’ calci a quella caritá, che prima tanto mostravano di avere scolpita nel cuore; onde simil’uomini, essendo poi in Parnaso divenuti soggetti inutili, a lui e a’ suoi onorati letterati erano di quell’impedimento grande che ognuno vedeva. Appresso poi a Despauterio soggiunse Apollo che, nonostante le cose dette, di buona voglia voleva donarli la stanza di Parnaso; ma con la condizione che, quando mai egli avesse chiusa la sua scuola, tutto quello fosse obbligato restituire a’ padri, che, per l’opera di aver ben instrutti i figliuoli loro, gli avessero donato. Udito che ebbe il Despauterio il partito propostoli da Apollo, senza altro replicare, frettolosamente usci dalla curia; e a Giovan Battista Guarino, che della molta vergogna ch’egli faceva a se stesso col non accettar il giustissimo partito propostoli da Sua Maestá gravemente lo riprese, con intrepidezza grande rispose che^, proprio difetto degli uomini essendo il tosto saziarsi di ognuno e di sempre amar cose nuove, l’ordinario costume delle cortigiane di dar, ne’ larghi guadagni fatti nella gioventú allora che l’amore negli amanti