Pagina:Boccalini, Traiano – Ragguagli di Parnaso e scritti minori, Vol. II, 1948 – BEIC 1771928.djvu/72

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al suo nome fosse decretata la gloria della fama eterna. Non può altri facilmente credere con quanta allegria di tutto il sapientissimo senato fosse stato ricevuto quel letterato poeta: onde Apollo, con dimostrazioni di straordinario affetto avendo ricevuto il canzoniere, come prima lesse alcuni madrigali e certe canzoni piene di concetti incredibilmente lascivi e osceni, come se in mano avesse tenute serpi o altra cosa di somma bruttezza e pericolo, con ispavento e sdegno incredibile gettò quell’infelice poema in mezzo la curia; e appresso, per lo straordinario sdegno nella faccia essendosi molto infocato:—Andate—disse,— sfacciati, ne’ chiassi e ne’ vergognosi postriboli a pubblicar queste vostre ribalde lascivie, ché nel mio Stato, stanza di ogni piú pudica virtú, non si ammettono questi vituperosi ruffianesimi. Anch’io, e mi glorio di confessarlo in questo luogo, sono stato amante, e consequentemente delle amorose poesie sommamente son vago: ma però quando gli amori da’ modesti poeti con que’ debiti termini dell’onestá sono trattati, eh’ io tanto ammiro nel mio modestissimo Francesco Petrarca. Né abbastanza posso maravigliarmi come la sfacciatezza di alcuni vergognosamente lascivi poeti moderni tant’oltre sia giunta, che fino abbiano ardito di servirsi delle buone lettere, santamente introdotte nel mondo per seminar le virtudi tra gli uomini, per altrui insegnar l’uso di sceleratissime libidini e la pratica di ogni vizio piú detestabile; né so immaginarmi come sia possibile che ingegno alcuno si truovi nelle brutture delle lascivie tanto immerso, che quelle oscenitá nella chiara luce del giorno e nel cospetto del mondo tutto ardisca pubblicar con la penna, che nelle camere ben serrate, entro i padiglioni ben chiusi, sotto le lenzuola, con rossore e con rimordimento grande della coscienza, al buio, con somma segretezza sono esercitate dagli uomini libidinosi ; e che mancamento tanto aperto non solo non riconoscano per azioni che altrui recano eterna infamia, ma che a tanta cecitá sieno giunti, che fino sperino di doverne acquistare onorata fama al nome loro, e perpetua gloria ricever da quelle cose che meritano eterno castigo. — Non aveva ancora Apollo fornito di dir queste cose, che quel male avventurato