Pagina:Boccalini, Traiano – Ragguagli di Parnaso e scritti minori, Vol. II, 1948 – BEIC 1771928.djvu/73

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poeta con molta sua vergogna usci dalla curia, e con la sua guida rimontato sopra i medesimi cavalli, con la stessa velocitá con la quale ci era venuto, parti di Parnaso; e per suo scorno maggiore l’infelice suo canzoniero, come se fosse stato appestato non osando alcuno toccarlo con le mani, da’ pubblici cursori co’ calci fu gettato fuori della curia.

Trattanto occorse che un vilissimo cerretano alla porta del padiglione fece impeto alla guardia, e con una scattola che aveva sotto il braccio, e con un cane che legato ad una catena menava per mano, entrò nella curia, quando i portieri corsero subito per proibire che uomo cosi indegno non capitasse avanti Sua Maestá; e, avendolo pigliato per atnendue le braccia, a viva forza lo trascinavano fuori del padiglione. Il cerretano, che gagliardo era della persona, per non esser mandato fuori, molto si aiutava, e fortemente gridava che voleva far la sua domanda. Apollo, con l’animo suo piacevolissimo, malamente vide lo strapazzo di quel miserello, e a’ soldati comandò che piú non lo travagliassero. Allora il cerretano il suo tabarro distese prima in terra, e appresso avendo aperta la sua scattola, ne trasse fuori una gran carta pergamena, dalla quale pendeva un sigillo molto grande; e quella mostrando a Sua Maestá, alle serenissime muse e al sapientissimo collegio de’ letterati:—Sire — disse,— che ’l sapone, che io per universal beneficio degli uomini dispenso ad ognuno per levar qualsivoglia macchia di vergogna e di vituperio (levatane però l’infamia che altrui arreca lo sposar le puttane) dalla veste dell’onore delle persone, sia mirabile e veramente unico al mondo, miri ognuno questo mio privilegio, concedutomi dall’invitto e sempre glorioso re di Francia Francesco primo, solo perché dal suo manto reale col mio sapone talmente, senza punto offendere il drappo, levai la gran macchia di olio che Ariadeno Barbarossa vi aveva gettata sopra, che ’l mirabil mio segreto stimò degno di questo segnalatissimo favore. Onde istantemente chieggo a Vostra Maestá e a tutti quelli che si truovano in questo augustissimo luogo che della mia robba sia fatta esattissima esperienza; e se ognuno tale non la truova quale io la predico eccellentissima, faccio istanza che pur ora