Pagina:Boccalini, Traiano – Ragguagli di Parnaso e scritti minori, Vol. II, 1948 – BEIC 1771928.djvu/95

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disgustar fuor di ragione scrittore di tanta eccellenza e per assicurarsi di non apportar danno alcuno agl’interessi delle cose loro proprie, fecero risoluzione di congregarsi tutte nel famoso tempio della Concordia, affinché unanimemente risolvessero se alla loro riputazione compliva la domestica conversazione di Tacito. E dopo lunga disputa concordemente decretarono tutte che la pratica anco familiare di cosi politico e salato scrittore alle republiche molto piú era necessaria che alle monarchie, mercé che avevano toccato con mano che nello scriver la vita di Tiberio il fine di Tacito non, come molti poco intendenti degli affari di Stato avevano pubblicato, fu il formare il tipo di un esatto tiranno, ma che quel mirabile scrittore con la tanto particolar narrazione delle enormi crudeltadi, non meno dell’immanissimo Tiberio che di Caligola, di Claudio, di Nerone e degli altri crudelissimi Busiri che imperarono poi, usate contro la nobiltá romana, non altra intenzione ebbe mai che di far conoscere a’ senatori delle republiche in quali deplorande calamitá incorrono, quando, preponendo gli odii delle private passioni, gl’interessi de’ propri commodi alla pubblica utilitá, da crudeli tiranni scioccamente si lasciavano rubare quella preziosa gioia della libertá della patria, che da essi con tanta diligenza dee esser ben conservata e custodita. Perché essendo precetto esattamente praticato da’ tiranni, che per sicuramente regnare sono forzati fino dall’ultima radice estirpar la nobiltá tutta che prima comandava, le immanitá di Tiberio e degli altri fieri carnefici, che dopo lui succederono nell’imperio romano, non per mala qualitá di animo sitibondo del sangue umano furono usate da essi, ma per termine di necessaria politica, per ragione di prudenza tirannica.