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180 orlando innamorato [St. 59-62]

        Con alta voce crida il Saracino:
     Di qualunche di voi la dama sia,
     A me la lascia, e vada al suo cammino,
     O che si prova alla persona mia.
     Tu non sei cavallier, ma sì assassino,
     Il franco Brandimarte li dicia
     Chè tu sei su il destriero, io sono a piedi,
     Ed a robarme a battaglia mi chiedi.

        E poi a(d) Astolfo se ebbe ingenocchiare,
     E li dimanda con ogni preghere
     Che il suo destrier li piaccia di prestare.
     Ridendo Astolfo con piacevol ciere
     Disse: Il mio per nïente non vo’ dare,
     Ma il suo ti donerò ben voluntiere;
     E guadagnar lo voglio per tuo amore:
     Tuo fia il cavallo, e mio serà l’onore.

        A Sacripante poi disse: Barone,
     Prima che acquisti questa damigiella,
     Convienti fare un’altra questïone;
     E se io ti gietto fora de la sella,
     Io te farò partir senza ronzone;
     Se tu me abbatti, serò pure a quella,
     E tu te pigliarai questo destriero;
     Poi della dama a te lascio il pensiero.

        O Dio Macon, diceva Sacripante,
     Quanto aiutarme tua mente procura!
     Per l’arme venni e per quello afferante,
     E trovai questa bella creatura!
     Ed ora mi guadagno in uno instante
     La dama col destriero e l’armatura!
     Così dicendo da Astolfo si scosta,
     E, vòlto, disse a lui: Vieni a tua posta. -

8. T. a robarme o a; Ml. e Mr. a rob. o a; P. per robar mia. — 10. Ml. e Mr. preghiere. — 20. T. fore ; Ml. fuor.