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154 | orlando innamorato | [St. 15-18] |
15 "Se a Dio piace, - diceva - on al demonio
Ch’io abbi pacïenza, ed io me l’abbia:
Ma siame il mondo tutto testimonio
Ch’io la tragualcio con sapor di rabbia.
Qual frenesia di mente o quale insonio
Me ha qua giuso condutto in questa gabbia?
Dove entrai io qua dentro, o come e quando?
Son fatto un altro, o sono ancora Orlando?"
16 Così diceva, e con molta roina
Sempre seguia Morgana il cavalliero.
Fiacca ogni bronco ed ogni mala spina,
Lasciando dietro a sè largo il sentiero;
Ed alla fata molto se avicina,
E già de averla presa è il suo pensiero;
Ma quel pensiero è ben fallace e vano,
Però che presa ancor scappa di mano.
17 Oh quante volte gli dette di piglio
Ora ne’ panni ed or nella persona!
Ma il vestimento, ch’è bianco e vermiglio,
Ne la speranza presto l’abandona.
Pure una fiata rivoltando il ciglio,
Come Dio volse e la ventura buona,
Volgendo il viso quella fata al conte,
Lui ben la prese al zuffo ne la fronte.
18 Alor cangiosse il tempo, e l’aria scura
Divenne chiara e il cel tutto sereno;
E l’aspro monte si fece pianura,
E dove prima fo di spine pieno,
Se coperse de fiore e de verdura;
E ’l flagellar de l’altra venne meno,
La qual, con meglior viso che non suole,
Verso del conte usava tal parole:
3. P. tutto il mondo. — 4. P. trangugio. — 12. P. E lascia. — 16. T. e MI. scappa. — 21. P. volta rivolgendo. — 23. T. a quella fata; MI. o Mr. a quella /. il. — 28. T. e Mr. primo.