Pagina:Boiardo - Orlando innamorato II.djvu/167

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[St. 27-30] libro ii. canto ix 157

27 Già Brandimarte e il sir de Montealbano
     E tutti gli altri che fôr presi al ponte,
     Avean veduto Orlando di lontano,
     Che tenea presa quella fata in fronte;
     Onde ogni saracino e cristïano
     Ringraziava il suo dio con le man gionte.
     Or ciascadun de uscir ben si conforta,
     Sentendo già la chiave nella porta.

28 Da poi che aperto fu il ricco portello,
     Tutta la gente uscitte al verde prato.
     Il conte adimandò del damigello
     Quale era tanto da Morgana amato,
     E vide il giovanetto bianco e bello,
     Nel viso colorito e delicato,
     Ne gli atti e nel parlar dolce e iocondo,
     E fo il suo nome Zilïante il biondo.

29 Costui rimase dentro lagrimando,
     Veggendo tutti gli altri indi partire,
     E ben che ne dolesse al conte Orlando,
     Pur sua promessa volse mantenire;
     Ma ancor tempo sarà che sospirando
     Se converrà di tal cosa pentire,
     E forza li serà tornare ancora,
     Per trar del loco il giovanetto fuora.

30 Ivi il lasciarno, e gli altri tutti quanti
     Uscirno del giardino alla ventura;
     Facea quel bel garzone estremi pianti,
     E biastemava sua disaventura.
     Ora alla porta che io dissi davanti,
     Che ritornava nella tomba scura,
     Intrarno tutti, e ’l conte andava prima;
     Montâr la scala e presto fôrno in cima.

12. P. Che da M. era cotanto. — 16. P. E nome aveva. — 19. T. Et. a. P. converrà del $ervigio, — 25. P. Ivi latciandol gli.