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162 orlando innamorato [St. 47-50]

47 Ben lo stringeva il debito e l’onore
     De ritrovarse alla reale impresa;
     E tanto più ch’egli era senatore
     E campïon della Romana Chiesa.
     Ma quel che vince ogni omo, io dico Amore,
     Gli avea di tal furor l’anima accesa,
     Che stimava ogni cosa una vil fronda,
     Fuor che vedere Angelica la bionda.

48 Nè dir sapria che scusa ritrovasse,
     Ma da’ compagni si fu dispartito;
     E non stimar che Brandimarte il lasse,
     Tanto l’amava quel barone ardito.
     Or di lor duo convien che oltra mi passe,
     Perch’io vo’ ricontare a qual partito
     Ranaldo ritornasse a Montealbano:
     Lunga è la istoria, ed il camin lontano.

49 E prima cercarà molte contrate,
     Strane aventure e diversi paesi;
     Ma il tutto contaremo in brevitate
     E con tal modo che seremo intesi;
     E mostraremo il pregio e la bontate
     De Iroldo e de Prasildo, e duo cortesi,
     La possa de Dudone, il baron saldo,
     Che tutti son compagni di Ranaldo.

50 Erano a piedi quei quattro baroni,
     De piastre e maglia tutti quanti armati,
     (Perduti aveano al ponte e lor ronzoni,
     Quando nel lago fôrno trabuccati),
     Onde ridendo e con dolci sermoni
     Tra lor scherzando se fôrno invïati,
     E la fatica de la lunga via
     Minor li pare essendo in compagnia.