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[St. 59-62] | libro ii. canto ix | 165 |
59 Disse Ranaldo: - Là vogliamo andare,
Nè andiamo cercando altro che battaglia;
Ed io questo gigante vo’ pigliare,
E manco il stimo che un fascio de paglia;
E incanti incanta pur, se sa incantare,
Chè non trovarà verso che li vaglia.
Or facce pur guidar via senza tardo,
Sì che io me azuffi a questo Balisardo. -
60 Il castellano senza altra risposta
Chiamò la dama de bianco vestita,
Ed a lei disse: - Fa che senza sosta
Tu porti al ponte questa gente ardita. -
Ella ben presto alla ripa s’accosta,
E sorridendo quei baroni invita
Ad entrar ne la nave picciolina:
Lor saltâr dentro, e lei gioso camina.
61 Giù per quella acqua come una saetta
Fo giù la barca dal fiume portata,
Di qua di là girando la isoletta;
Pur se piegarno al mar l’ultima fiata,
Là dove del gran ponte ebber vedetta,
Che avea tra due castelle alta murata,
E sopra a l’arco di quella gran foce
Sta Balisardo, saracin feroce.
62 Proprio un fuste de torre a mezo il ponte
Sembrava quel pagan di cui ragiono,
Barbuto in faccia e crudo nella fronte;
Il crido de sua voce parea un trono.
Convien che altrove il tutto ve raconte,
Chè al presente al fin del canto sono;
Ne l’altro contarò tal meraviglia,
Che altra nel mondo a quella non somiglia.
U. P. àorridendo i cavalieri. — 15. P. barca. — 21. P. il taracin. — 80. P. Perckh — 31. MI., Ut. e P. conterò.