43 E come il cavallier del suo paese,
Quale era Orlando, al re l’have contato.
Astolfo de ira subito s’accese,
E così come egli era infurïato,
Col fante ver la corte il camin prese.
Benchè da molti dreto era guardato,
Lui non restava de venir cridando
Per tutto sempre: - Ove è il poltron de Orlando?
44 Ov’è, - diceva - ove è questo poltrone,
Che de mi zanza, quella bestia vana?
Mille onze d’oro avria caro un bastone
Per castigar quel figlio de putana. -
Il re con Brandimarte ad un balcone
Odîr la voce ancora assai lontana,
Tanto cridava il duca Astolfo forte
Di dare a Orlando col baston la morte.
45 E Brandimarte alor molto contento
Dicea al re: - Per Dio, lasciànlo stare,
Perchè ponerà tutti a rio tormento:
Poco de un paccio si può guadagnare.
Adesso in tutto è fuor di sentimento:
Questo è la luna, che debbe scemare;
Io so com’egli è fatto, io l’ho provato:
Tristo colui che se gli trova a lato! -
46 - Adunque sia legato molto bene, -
Diceva il re - dapoi qua venga in corte;
Di sua pacìa non voglio portar pene. -
Eccoti Astolfo è già gionto alle porte,
E per la scala su ratto ne viene.
Ma nella sala ogniom cridava forte,
Sergenti e cavallieri in ogni banda:
- Legate il paccio! Il re così comanda. -