Pagina:Boiardo - Orlando innamorato II.djvu/253

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[St. 51-54] libro ii. canto xiv 243

51 Questo che io dico tuttavia parlava,
     E cominciò a ferir con tanta fretta
     Che, se Ranaldo ponto l’aspettava,
     Era ad un colpo fatta la vendetta.
     Ma lui verso del poggio rivoltava,
     E corse forse un tratto di saetta;
     E smontò quivi e lasciovvi Baiardo,
     Tornando a piedi il principe gagliardo.

52 Quando il pagano il vidde ritornare
     Soletto, a piede, senza quel ronzone
     Che via correndo lo puotea campare,
     Ben se lo tenne aver morto o pregione.
     Ma già le gente sopra al poggio appare,
     Qual conduce Otachieri e il bon Dudone,
     Li Ungari, dico, armati a belle schiere,
     Con targhe ed archi e lancie e con bandiere

53 Venian cridando quei guerreri arditi
     Giù della costa, e menando tempesta.
     Quando li vidde il re sì ben guarniti
     De arme lucente e con le penne in testa,
     Come gli avesse già presi e gremiti
     Saltava ad alto e faceva gran festa:
     Menando il brando intorno ad ogni mano
     Ferìa gran colpi sopra al vento in vano.

54 Poi se mosse qual movese il leone
     Che vede e cervi longi alla pastura,
     E già venendo fa tra sè ragione
     Cacciar da sè la fame alla sicura.
     Cotal quel saracin, cor di dragone,
     Che spreza tutto il mondo e non ha cura,
     Lasciò Ranaldo che già presso gli era,
     E rivoltosse incontra a quella schiera.

13. P. Ma tu nel poggio una gran tchiera. - 25. P. £ poi... qual muov«  - 27. P. E ^. — 32. MI. e P. incontra a.