55 Tutta sua gente dietro a lui se mosse,
Ed è per suo valor ciascuno ardito,
E l’una schiera a l’altra se percosse
A tutta briglia, nel campo fiorito.
Del fraccasso de’ scudi e lancie grosse
Non fu giamai cotal rumore odito.
A cui stava a mirare era gran festa
Petto per petto urtar, testa per testa.
56 E corni e trombe e tamburi e gran voce
Facean la terra e il cel tutto stremire,
E li Africani e’ nostri da la Croce
Nè l’un nè l’altro avante puotea gire.
Sol Rodamonte, il saracin feroce,
Facea d’intorno a sè la folta aprire,
Tagliando braccie e busti ad ogni lato
Come una falce taglia erba di prato.
57 Non se vide giamai cotal spavento
Che ’l ferir del pagano in quella guerra.
Come ne l’Alpe la ruina e il vento
Abatte e faggi con furore a terra:
Cotale il saracin pien d’ardimento
Tra’ cavallieri a piedi se disferra,
Non li stimando più che l’orso e bracchi:
Già sono in rotta Ungari e Valacchi.
58 Benchè Otachier se adoperasse assai
Per farli rivoltare alla battaglia,
Non fu rimedio a voltarli giamai,
Ma van fuggendo avanti alla canaglia;
E Rodamonte, come io vi contai,
Di qua di là nel campo li sbaraglia,
Nè vi è chi contra lui volti la fronte;
Già gli ha cacciati insino a mezo il monte.