Pagina:Boiardo - Orlando innamorato II.djvu/288

Da Wikisource.
278 orlando innamorato [St. 47-50]

47 E già trentaduo re sono adunati:
     Ciascun gran gente di sua terra mena;
     Già sono e vecchi e’ fanciulletti armati,
     Retien vergogna le femine apena.
     Però, segnor, non vi meravigliati
     Se il mio ronzon, che è di cotanta lena,
     Non voglio darvi a cambio di tesoro,
     Perchè io nol venderebbi a peso d’oro.

48 Ma se io stimassi che tu, giovanetto,
     Restassi per destrier di non venire,
     Insino adesso ti giuro e prometto
     Che de queste armi ti voglio guarnire,
     E donerotti il mio destriero eletto;
     E so che certamente potrai dire,
     Che ’l principe Ranaldo o il conte Orlando
     Non ha meglior ronzon nè meglior brando. -

49 Non stette il giovanetto ad aspettare
     Che Atalante facesse la risposta,
     Come colui che mille anni gli pare
     Di esser sopra lo arcion senz’altra sosta,
     E disse: - Se il destrier mi vôi donare,
     Nel foco voglio intrare a ogni tua posta;
     Ma sopra a tutto te adimando in graccia
     Che quel che far si die’, presto si faccia;

50 Chè là giù vedo quella gente armata,
     Qual tanto ben si prova in su quel piano,
     Che ogni atimo mi pare una giornata
     Di trovarmi tra lor col brando in mano;
     Onde io ti prego, se hai mia vita grata,
     Damme l’armi e il destriero a mano a mano
     Chè, se io vi giongo presto, e’ mi dà il core
     O di morire, o de acquistare onore. -