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474 orlando innamorato [St. 39-42]

39 Da poi de cani un numero infinito
     Era menato in quella cacciasone:
     Qual da tigre o pantere era ferito,
     E quale era straziato da leone.
     Come io vi dissi, il giorno era partito,
     Che fo diletto di molte persone,
     Però che ciascadun, come più brama,
     Chi va con questa, e chi con quella dama.

40 Qual de la caccia conta meraviglia,
     E ciascadun fa la sua prova certa;
     E qual de amor con le dame bisbiglia,
     Narrando sua ragion bassa e coperta.
     E così, caminando da sei miglia
     Con gran diletto, gionsero a Biserta,
     Ove parea che ’l celo ardesse a foco,
     Tante lumiere e torze avea quel loco.

41 E dentro entrarno a gran magnificenzia,
     Quasi alla guisa de processïone;
     Omini e donne a tal appariscenzia
     Per la citade stavano al balcone.
     Brandimarte al castel prese licenzia
     Per ritornar di fora al paviglione,
     E benchè il re il volesse retenire,
     Per compiacerlo al fine il lasciò gire;

42 E dal nepote il fece accompagnare,
     E da cinque altri. Lì con grande onore
     La sera istessa il fece appresentare
     De più vivande, ciascuna megliore;
     E una sua veste gli fece arrecare,
     Con pietre e perle di molto valore:
     La veste è parte azurra e parte de oro,
     Come il re porta, senza altro lavoro.