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[St. 23-26] | libro ii. canto xxix | 485 |
23 Il re Agramante lui sotto Tortosa
Discese, ove il fiume Ebro ha foce in mare;
Là se adunò la gente copïosa,
E verso Franza prese a caminare
A gran giornate, senza alcuna posa.
Già la Guascogna sotto a loro appare,
Callando l’Alpe, e giù scendono al piano,
Sin che fôr gionti sopra a Montealbano.
24 Di sotto a quel castello, alla campagna,
Era battaglia più cruda che mai,
Però che il re di Franza e il re di Spagna,
Come di sopra già vi racontai,
Con lor persone e con sua corte magna,
E gente de’ suoi regni pure assai,
Sono azuffati, e sopra di quel dosso
Corre per tutto il sangue un palmo grosso.
25 Là se vedea Ranaldo e Feraguto,
L’un più che l’altro alla battaglia fiero;
E il re Grandonio orribile e membruto
Avea afrontato il marchese Oliviero;
Ad alcun de essi non bisogna aiuto.
E Serpentino e il bon danese Ogiero
Se facean guerra sopra di quel piano;
E il re Marsilio contra a Carlo Mano.
26 Ma Rodamonte il crudo e Bradamante
Avean tra lor la zuffa più diversa;
Chè, come io dissi, il bon conte de Anglante
Avea de un colpo la memoria persa,
Quando il percosse il perfido africante,
Che tramortito a dietro lo riversa.
Tutta la cosa vi narrai a ponto,
Però trapasso e più non la riconto.
1. T. e Mr. Torcota; MI. Corcata. — 80. Mr. e dttro.