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44 orlando innamorato [St. 11-14]

11 Cangiosse il re gagliardo al viso altiero,
     E lacrimava di dolore e de ira,
     E rivoltava in più parte il pensiero;
     Sdegno ed amore il petto gli martira.
     L’uno a vendetta il muove de legiero,
     L’altro a diffesa di sua dama il tira;
     Al fin, voltando il core ad ogni guisa,
     Ripone il brando e va nanti a Marfisa.

12 A lei raconta la cosa dolente
     Che questo messagier gli ha riportata,
     E la destruzïon della sua gente,
     Contra a ragione a tal modo menata;
     Onde la prega ben piatosamente,
     Quanto giamai potesse esser pregata,
     Con dolce parolette e bel sermone,
     Che indi se parta e lasci quel girone.

13 Marfisa li comincia a proferire
     Tutta sua gente e la propria persona;
     Ma de volerse quindi dipartire
     Non vôl ch’altri, nè lui mai ne ragiona:
     Sin che non veda Angelica perire,
     Quella impresa giamai non abandona.
     Adunque mal d’acordo più che prima,
     Ciascun de l’ira più salisce in cima.

14 E cominciarno assalto orrendo e fiero
     Più che mai fosse stato ancor quel giorno.
     Re Sacripante ha quel presto destriero,
     A modo usato le volava intorno,
     E ben comprende lui che di legiero
     Potrebbe aver di tal zuffa gran scorno;
     Chè, se molta ventura non l’aita,
     Ad un sol colpo è sua guerra finita.

1. MI. »7 tuo. — 9. Mr. reconta. — 13. T. e MI. piatosamente. — 27. T. Sacripante a quel.