Pagina:Boiardo - Orlando innamorato II.djvu/56

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46 orlando innamorato [St. 19-22]

19 Sì che, piacendo al re di Garamanta,
     Dove il dimori puote indovinare,
     Poi che quella arte di saper si vanta;
     Ma noi ben siam più pacci ad aspettare
     Questo vecchiardo, che le serpe incanta,
     Chè già dovremmo aver passato il mare.
     Lui va cercando quel che non se trova,
     Perchè tua gente a guerra non se mova. -

20 Re Rodamonte, come l’ebbe odito,
     A gran fatica lo lasciò finire.
     Forte ridendo, con sembiante ardito
     Disse: - Ciò prima ben sapevo io dire,
     Che quello aveva il nostro re schernito,
     Volendo questa guerra differire.
     Mal aggia l’omo che dà tanta fede
     Al ditto di altri e a quel che non si vede!

21 Nova maniera al mondo è di mentire,
     E tanto è già di ciò poca vergogna,
     Che a misurare il celo han preso ardire
     Per far più colorita sua menzogna,
     Annunzïando quel che die’ venire.
     E’ conta a ciascadun quel che si sogna,
     Dicendo che Mercurio e Iove e Marte
     Qua faran pace, e guerra in quelle parte.

22 Se egli è alcun dio nel cel, ch’io nol so certo,
     Là stassi ad alto, e di qua giù non cura:
     Omo non è che l’abbia visto esperto,
     Ma la vil gente crede per paura.
     Io de mia fede vi ragiono aperto
     Che solo il mio bon brando e l’armatura
     E la maza ch’io porto, e ’l destrier mio
     E l’animo ch’io ho, sono il mio dio.

Se egli è alcun dio nel cel, eh' io noi scio certo, Là stassi ad alto, e di qua giù non cura : Omo non è che 1' abbia visto experto, Ma la vii gente crede per paura. Io de mia fede vi ragiono aperto Che solo il mio bon brando e 1' armatura^ E la maza eh' io porto, e '1 destrier mio E r animo eh' io ho, sono il mio dio.

6. T. e Mr. dovremo. — 21-22. P. venire: E conta.