Pagina:Bois - Sui confini della scienza della natura,1928.djvu/38

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remmo davanti ad essi come davanti ad una cosa completamente staccata da tutto il resto. La conoscenza astronomica del cervello, la più alta che si possa sperar di raggiungerne, non ci scopre nient’altro che materia in movimento. Ma mediante un supposto ordinamento o movimento di particelle materiali non si riesce a gettare alcun ponte nel dominio della coscienza.

Il movimento non può generare che movimento, o trasformarsi di nuovo in energia potenziale. L’energia potenziale può soltanto generare movimento, conservare equilibrio, esercitare pressione o trazione. La somma dell’energia rimane con ciò sempre uguale. Nulla può succedere nei corpi nè in più nè in meno di ciò che è fissato da questa legge; la causa meccanica si risolve puramente nell’azione meccanica. I processi spirituali che si sviluppano nel cervello accanto ai materiali, restano dunque sempre per la nostra intelligenza in un terreno irraggiungibile. Stanno al di fuori della legge di causalità; e basterebbe soltanto questo a renderli inesplicabili, press’a poco come un Mobile perpetuum. Ma sono inesplicabili anche per altri motivi.

Sembrerebbe, a dir vero, osservando superficialmente, che certi processi e certe disposizioni spirituali ci potessero diventar comprensibili mediante la conoscenza dei procedimenti materiali del cervello. Conto fra questi la memoria, la successione e l’associazione delle rappresentazioni, i risultati dell’esercizio, i talenti specifici, ed altri simili. Ma anche la più