Pagina:Bonarelli, Guidubaldo – Filli di Sciro, 1941 – BEIC 1774985.djvu/118

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          l’ira vendicatrice,
          che, se tu l’offendesti,
          i’ ho ben in sen per te cotante pene
          che puٍ de le tue colpe
          pagarsi appieno il ciel con le mie pene.
          Che dico mie? Son tue:
          l’ebbi da te: ragione
          è che per te le ’mpieghi.
          SCENA IV
          Melisso, Niso, Clori, Nerete.
          Mel.O Clori (e tremo ancora),
          deh sai tu nulla, o figlia?
          sapetel voi, pastori,
          chi sia quello ’nfelice,
          che gittata ne’ campi
          ha del trace signor l’altiera imago?
          Niso.E perché poi cotanto
          affannato il richiedi?
          Mel.Deh, se tu ? sai, va’ pur, e vola, e digli
          ch’ei fugga, voli, o mora.
          Ma noi andiam, figliuola;
          son qui vicino i traci,
          e più che mai rabbiosi.
          Clori.A che fuggir dai traci, /
          ora che fatto è per me trace Amore? I
          Niso.Ma come dee morir? per qual cagione?
          Mel.Barbara legge il danna, e ciٍ ti basti.
          Andiam, Clori: non sai?
          t’uscí di mente? Andiamo.
          Nar.Ferma, ti priego! Ah dimmi,
          e che nuova sciagura omai n’apporta
          quel barbaro furor, de’ nostri mali