Pagina:Bonvesin de la Riva - Meraviglie di Milano.djvu/101

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za del signor Guglielmo Pusterla. XX. Le armi dei milanesi. XXI. Numero dei fabbricanti di corazze. XXII. Varie pitture sugli scudi e sulle bandiere. XXIII. La vipera dei Visconti. XXIV. Il Carroccio del Comune di Milano e sue prerogative. XXV. Dei trombettieri.

ELOGIO DI MILANO PER LA SUA FORTEZZA. I. - Facile sarà, discorrere della fortezza di Milano. Da quando fu fondata dai Galli, cioè dall'anno 502 avanti la Nascita di Cristo, corrispondente, come nei libri è scritto, all'anno 200 dalla fondazione di Roma, fu moltissime volte combattuta o colla violenza o coll'inganno e, ridotta alla fame e alla disperazione, fu presa talora, come dicono le storie, dai nemici e dovette sopportare inaudite calamità; eppure ha sempre opposto ai nemici una virile resistenza e ne ha trionfato. II. - E infatti la nostra valorosa città fu presa dal pessimo Attila, re degli Unni, che, dopo lunga guerra, la invase con un immenso esercito, nell'anno del Signore 450, e la distrusse (68). Allo stesso modo egli soggiogò Pavia; la quale, sebbene voglia far credere di essere sempre rimasta, immune, nell'anno 475, come si legge nelle storie, fu messa a ferro e fuoco da Odoacre, poi un'altra volta dai Goti nel 478;