Pagina:Bonvesin de la Riva - Meraviglie di Milano.djvu/120

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hanno qualche volta abbandonato la Chiesa, la nostra sola sempre la incoraggiò e la difese.

Nè mai ho letto, o sentito dire che sia stata in alcun tempo ribelle alla Chiesa di Roma; ma le fu sempre amica e, fin dove potè, fautrice. E per questo fu in antico chiamata « seconda Roma », come nell'epigramma:

« Viatore, giunto al varco della porta urbana, esclama : — Vale, o seconda Roma, vanto e decoro dell'Impero! O città veneranda, ricolma di ricchezze, te i popoli temono, davanti a te i potenti si inchinano, tu vinci Tebe nel valor guerriero e vinci nel senno Atene ! ». Dunque per la fedeltà la nostra Milano merita le più grandi lodi.

II. - Ma ahimè! ahimè ! come per questa fedeltà le furon diroccate le mura da Federigo I, così, non per altra ragione, i nemici della Chiesa le rubarono i corpi dei Re Magi che nell'anno 314 il beato Eustorgio aveva portato fra noi. Questa fu la ricompensa del nostro travaglio, la perdita di tanto tesoro per aver combattuto costantemente i ribelli della Chiesa ! Guai ai figli della nostra terra se, spogliati di sì preziose reliquie, vorranno danneggiarsi a vicenda anzichè cercare il modo di rivendicare, in forza del diritto ecclesiastico, e con loro grande gloria, quelle divine spoglie. Se fosse a me lecito affrontare i miei superiori, i Pastori che governano la mia città, direi: — guai ai metropolitani che hanno trascurato d'invocare il braccio spirituale per esigere la restituzione di reliquie perdute non per colpa dei cit-