Pagina:Bonvesin de la Riva - Meraviglie di Milano.djvu/127

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soggetto ad alcun Patriarca o ad altro Primate, incorona in Milano i re dei Romani, e li presenta, come ho detto, colla mano destra, a S. Pietro e al suo Vicario, e quando il Papa convoca una Sinodo siede alla destra di Lui? V. - Il capo del rito ambrosiano diverso da quello di tutto il mondo, è qui come un secondo Papa. Questa liturgia, concessa alla Chiesa milanese per beneficio del nostro patrono S. Ambrogio (102), ci fu conservata per un memorando miracolo divino. Si sa infatti che l'imperatore Carlo, figlio di Pipino re di Francia e padre di Carlomagno, voleva, in odio ai lombardi, consenziente Papa Adriano, abolire la liturgia ambrosiana (103) Riuscito ad avere, mentre era a Milano, o per dono, o per acquisto, tutti i libri sacri ambrosiani, parte ne fe' bruciare, parte portò con sè oltre i monti. Finalmente, per miracoloso intervento della clemenza divina, la Curia romana decretò che fosse consentito di celebrare in perpetuo il divino ministero istituito dalla devozione del beato Ambrogio. Tutti sanno ancora che, come noi godiamo d'una liturgia speciale, così facciamo un carnevale diverso da quello di tutti gli altri popoli. Ed anche in questo si manifesta la gloria e la particolare dignità di Milano. VI. - La qual dignità si appalesa anche in un altro modo: essendo cioè stato sempre ammesso, fin dal tempo degli antichi Padri, che i milanesi possano far penitenza dei loro pec- cati