Pagina:Bonvesin de la Riva - Meraviglie di Milano.djvu/139

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gibile, non ci permette di definire l'esatta misura del giro del fossato.

(9) Non si tratta qui, avverte il Novati, degli antichi sobborghi, già da gran tempo incorporati alla città, ma, bensì del circondario esterno, dei cosidetti Corpi Santi, che cominciavano allora a svilupparsi e formarono poi intorno alla città undici gruppi di case.

(10) Qui Bonvesino storpia il nome di Galla Placidia, figlia di Teodosio il Grande e madre di Valentiniano III. e le attribuisce la fondazione della Basilica di S. Lorenzo colle colonne, ancor oggi esistenti, mentre la tradizione raccolta dal cronista di poco a lui posteriore, Galvano Fiamma, le attribuisce solo la costruzione della edicola dove tuttora esiste la pretesa tomba di lei, e chiama S. Lorenzo un tempio d'Ercole fatto costrurre dall'imperatore Massimiano. L'origine della basilica e la storia del bel colonnato sono ancora oggi problemi discussi: molti credono che la chiesa ottagona venisse fondata utilizzando la grande sala centrale delle terme fatte costrurre dall'imperatore Massimiano, del cui peristilio il colonnato sarebbe un residuo. Altri hanno preteso trattarsi d'un edificio eretto appositamente colla caratteristica forma poligonale bizantina com'è S. Vitale in Ravenna.

(11) Per meglio comprendere questo elenco delle terre che, sebbene facessero parte del territorio milanese, non dipendeiano dal Comune, ma erano soggette, temporalmente e spiritualmente, all'arcivescovado o ed altri Corpi ecclesiastici, si ricordi: che Porlezza, Valsassina, Lecco, Valsolda, il Vergante erano feudi dell'arcivescovo di Milano; la valle di Blenio e la val Leventina appartenevano al clero della Chiesa milanese, Campione d'Intelvi, Limonta e Civenna costituivano un feudo del monastero