Pagina:Bonvesin de la Riva - Meraviglie di Milano.djvu/26

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xxvii


La violeta bella, la violeta pura
alegra e confortosa sen va cola venzudha;
ki vol esse cum viora e tra vita segura
sia comun et humel et habia vita pura.
Quel è si com viora, lo qual no vol mete cura
d'orgojo ni d'avaritia, ni dra carnal sozura ;
ki pregarà l'altissimo e la regina pura
per mi fra Bonvesin habia bona ventura.


Del medesimo tipo è il contrasto fra la mosca e la formica: anche qui nelle opposte argomentazioni sono una varietà, una grazia e anche una significazione morale notevoli. La mosca, dopo avere rimproverato alla formica il suo perenne travaglio e vantato i propri ozi, continua:


co sto su per li dischi per haver mejoramento,
de molte guise condugi eo mangio al meo talento,
Eo vo suver le golte de le donne e de li segnor,
al men deo quand'illi dormano de stac quand'è lo calor,
e sì ghe pegazo le golte e li mordo senza temor ;
da mi nons e po guardar nirrex, ni imperador.
Eo sto in gran sozerno cole done e coli baron,
co sto consego in camera, consego in soa mason.

E quando la formica le ha dimostrato la gran differenza che passa tra il faticare e il non far nulla, "ma tu vivi di furto" esclama, al che la formichetta: Dio m'ha creata per servir d'esempio all'uomo,


Eo sont predicadris, de zascun homo vivente.