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cipalmente di Polacchi disertati dal servizio dell’Austria, per ben disporre le compagnie, e rendercele favorevoli. Se voi giudicate conveniente che vi si mandino alcuni uffiziali Polacchi che potrebbero stimolare alla diserzione i loro compatriotti, che sono forzatamente nelle file dell’Imperatore, noi ordineremo al ministro della guerra di inviarvi quelli che si trovano nell’interno.

Noi approviamo l’intimazione che voi avete fatto al Generale Wurmser, e si spera che avrà quei successi, che sembrano promettere la saviezza, e l’umanità, che l’ha dettata.

L. M. Reveillere Lepaux.




Roma, li 8 brumale anno 5 (29 Ottobre 1796)


LXV - Al General Bonaparte.


Si racconta per tutta Roma, Generale, che siete stato a rendere visita al Cardinale Mattei a Ferrara, e che gli avete detto di non comprendere come Roma non si sia pacificata con la Francia, e che l’avete impegnato a venire a Roma per parlare al Papa; che il Cardinale aveva desiderato che voi gli manifestaste in scritto questa intenzione, cosa che avevate fatto. Il Cardinal Mattei ha visto il Papa; ed ha avuto una conferenza col Cardinale segretario di stato, alla presenza del Marchese Del Vasto. Secondo l’etichetta di Roma, un Cardinale non fa il primo visita a nessuno, nè pur agli Ambasciadori medesimi; ma se egli è venuto a Roma per impiegarsi per la pace, deve cercare di vedermi, e di attestarmi il primo il suo desiderio, cosa facile, senza derogare alla suprema etichetta. A me non conviene di ricercare alcuno nella situazione presente delle cose.

Secondo le intenzioni che mi avete manifestate, devo mantenere la speranza d’un accomodamento, ed evitare tutto ciò, che mi porrebbe nella necessità di partire da Roma. Io ho continuato, e continuerò in questo sistema, profittando di tutte le occasioni per rompere la benda