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Carlo Lacroix la traduzione della lettera di Drake a Nelson. Egli avrà forse nel suo gabinetto i mezzi di deciferare l’articolo segreto di questa lettera. Nel tempo stesso lo avverto d’invitare questo Governo a star vigilante sopra a Tolone, cui potrebbe pur quest’articolo essere concernente: le altre lettere, tedesche, italiane e francesi nulla contenevano che valesse la pena di farle tradurre, o mandarle. Prima di dar fine a questa lettera, io debbo, o Generale, parteciparvi alcune idee generali intorno a Genova. Le combinerete con quelle che avete potuto concepir voi pure intorno ad essa. Che far potrebbesi in Genova di più profittevole al bene della nostra Repubblica, e nel tempo stesso anco ai veri interessi di Genova medesima? Ecco la importante questione da prendersi in esame. Dobbiamo noi rimproverare ai Genovesi gli oltraggi fatti dal loro governo ai Francesi, il fatto della Modesta, quello della Imperiosa, altra fregata presa nel medesimo tempo e nello stesso modo alla Spezia; il fatto, in cui nello scorso anno la batteria della Lanterna tirò a metraglia sopra Sibilla che comandava il piccolo sciabecco il Leonida; il fatto del rifiuto di soccorrere ai Francesi con prestanze, quand’essi abbisognavano di tutto; quello della presa dei cinque bastimenti fatta di recente all’Arneca; e finalmente la ostinazione del Senato nel perseguitare e molestare tutti gli antichi partigiani della rivoluzione Francese? Sì, lo dobbiamo. Dobbiamo noi chiedere a Genova un impresto di 6 in 8,000,000, e le debite compensazioni per le prese che ci sono state fatte nel di lei territorio senza ch’ella siasi pur mossa ad impedirlo? Sì. Dobbiamo noi finalmente esiger da Genova che non riceva più bastimenti inglesi nel suo porto e nella sua riviera? Sì.

Sì certo, Generale, tutto ciò è necessario a farsi; ma tutto ciò, secondo me, non basterà: se oltre ai sopraccennati, voi non ricorrete a qualche altro spediente, non otterrete se non momentanei vantaggi; finché l’autorità resterà appresso dei nostri dichiarati nemici, noi avremo sempre ad invigilare, e reprimere i segreti maneggi dei maligni Senatori, e l’odio di un popolo che si verrà ad irritare contro di noi. Conviene dunque, se