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1366 Ministra delle Umiliate in Basto Arsizio. Una pergamena del 31 di genaio del 1439 mi porge notizia che un Guglielmo de Ardixiis, figlio di Beltramo, fece vendita ad Orsina de Candiani di un podere situato nel territorio di Busto, ove dicevasi in via Sainasca1, per il prezzo di lire dieciotto imperiali2.

ArnaldiÈ certo che da circa quattro secoli fa esisteva nel nostro borgo. La cappellania eretta nella chiesa di San Giovanni, sotto il titolo della Beata Vergine della Natività, era di giuspadronato di alcuni della famiglia Arnoldi.

Azimonti. — Dimorava già in Busto fin dal declinare del secolo XV. Da un atto del 1538 si raccoglie che Pietro de Azimontis era uno dei rettori della collegiata di San Giovanni. In un ruolo mercimoniale di Busto del 1776 si ha che tre Azimonti colla aggiunta di Gallora esercitavano il trafico della bambagia. Nel 1779 un Ambrogio era primo deputato dell'estimo di Busto. Il canonico Carlo Giovanni, nel 17 di novembre del 1798 assegnò su la sustanza lasciata al Luogo Pio dei Poveri due doti di lire 50 cadauna alle figlie nubende più povere e di onesti costumi del borgo.

BallaratiIl primo cenno di questa famiglia s'incontra in un documento del 1264 in cui è detto che Martino e Manfredi fratelli possedevano beni nel territorio di Busto. Alcuni si esercitarono nel commercio del cotone ed altri più tardi percorsero le carriere civili.

Bellasii. — Abitavano nel borgo fin dal secolo XVI, ma non vi fecero lunga dimora, essendosi trasferiti sopra il monte di Varese.

Bellotti.Fu una delle antiche famiglie di Busto la quale diede il nome ad un suo vicolo. Un atto del 1473 fa menzione di un Donato figlio di Giovanni. Così pure nella seconda metà del secolo XVIII viveva un Francesco, il quale fu uno de'più attivi e intelligenti cancellieri che ebbe la Communilà, e nel 1770 Giovanni Battista occupava la carica di podestà di Busto. Biagio

  1. Non è dubio che parecchi de'nomi proprj de'luoghi, talvolta lievemente modificati, giunsero da que'tempi lontani fino a noi.
  2. Nell'atto si afferma che 18 lire imperiali di moneta nuova corrente equivalevano a 27 pure imperiali di moneta vecchia, che è quanto dire valere quest'ultima un terzo meno della prima.