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16 e. cais di pierlas

Gallo-Romana e che facevano continuamente negli atti pubblici professione della legge Romana di loro nazione. E così dovettero farla essi pure questa professione, onde meglio assimilarsi a quelle popolazioni, essi venuti dall’estremo della Liguria, ed anzi in quel modo stabilire una linea di contrasto coi popoli Provenzali e coi principi loro, delle famiglie d’Italia nemici acerrimi.

Autori seri asseriscono anzi esplicitamente che tale facolta del cambiare dichiara di nazionalità fosse sempre permessa fuori del caso di successione od eredità.

Noi dunque con quegli autori crediamo di non doverci fermare a quella difficoltà, che c’impedirebbe di stabilire un fatto che cost valide ragioni ci fanno credere esatto, e così crediamo di poter stabilire che verso l’890 il M.se Adalberto stabilisse a Ventimiglia il figlio Bonifacio e che a costui Barebbe stato successore il figlio Guido.

L’esistenza del C.te Guido, come si è detto, ci è dimostrata dal diploma di donazione del 954, apocrifo disgraziatamente, ma pure senza alcun dubbio formato sulle tracce di un documento esistente. Quest’asserto ci è provato da una sentenza autentica del 1177, in cui vediamo gli arbitri del litigio fra i Monaci di S. Michele ed il Comune di Ventimiglia, aver esaminato il titolo di donazione che si era loro presentato ed aver essi riconosciuto quella esser stata fatta anticamente dal C.te Guido di Ventimiglia all’Abbazia di Lerino1. Ci sono altra prova gli stessi errori comniessi nel documento che possediamo, scrivendosi Carfanbana e Lusana, errori che non si sarebbero fatti, se il diploma non fosse stato copiato, ma di sana pianta composto.

Il C.te Guido assume il titolo di M.se delle Alpi Marittime

  1. Doc. 23.