Pagina:Cais di Pierlas - I conti di Ventimiglia.pdf/46

Da Wikisource.
42 e. cais di pierlas

condotti a Genova. Furono trattati con ogni riguardo, ma si dichiarò loro che non avrebbero ricuperata la libertà, se prima non giuravano fedeltà alla Repubblica. E furono costretti questi fieri e possenti signori a piegar per la prima volta l’orgoglio loro e a sottomettersi alle pretese dei Genovesi. I loro vassalli di Baiardo, Poypino furono ancor essi costretti a recarsi a Genova ed a giurare eguale fedeltà. Solo allora i Conti di Ventimiglia furono liberi di far ritorno ai propri Stati. Ma ridottisi appena al sicuro nei loro castelli, rialzarono il capo e protestando non esser tenuti a mantenere quanto per violenza avean promesso, presero ad afforzarsi, sbarrando i loro castelli, armando i vassalli e cercando a tirar dalla loro gli altri Conti di Ventimiglia loro cugini, ai quali l’atto arbitrario dei Genovesi era al tempo stesso insulto e minaccia. Ma sventuratamente malgrado l’estesa dei loro dominii e la lontananza della città di Genova su cui facevano a fidanza, i Conti di Ventimiglia non erano di forza a sostener lotta colla potente Repubblica. Questa d’altronde ebbe cura di cercarsi alleati sul suo passaggio onde non correre pericolo di vedersi tagliata la ritirata in caso d’insuccesso. Fe’ alleanza coi Marchesi di Savona. Hec est concordia inter marchiones filios Bonifacii scilicet Manfredum et Ugonem et Anselmum et Henricum et Ottonen et populum Januensem . quod marchio Mayfredus ad presens debet esse in exercitu cum Januensibus cum centum militibus et cum mille pedestribus . siue Saonensibus . Nabolensibus.1 et Albinganensibus ad acquirendum Vintimilium et comitatum eius ubicunque pertineat ad comitatum cum proprietate comitis ab armedano in iussum . et quod pertinet de Buzana ad comitatum tali modo ut de

  1. Noli.