Pagina:Cais di Pierlas - I conti di Ventimiglia.pdf/7

Da Wikisource.




CAPO I


L’Abbazia di Lerino o di sant’Onorato, che già esistette nell’isola di questo nome presso alle coste di Provenza e di cui ancora oggi rimangono molti vetusti ruderi di claustri gotici, di campanili merlati, di robusti bastioni, e che ora da nuovi monaci si vanno man mano ristaurando, ebbe prima del secolo xi una gloriosa pagina di storia; fu sede dell’Ordine di S. Benedetto, ebbe potenza e dottrina, ebbe santità e martirio. Illustri baroni di quei lidi mediterranei largirono a quel monastero vistosi possedimenti e ricchezze e fra i suoi più insigni benefattori si distinsero a quell’epoca i Conti di Ventimiglia.

Le largizioni che da certe venerande famiglie si fecero ai monasteri in quei lontani tempi del Medio Evo, per quello spirito religioso ridestatosi più gagliardo all’avvicinarsi del misterioso millennio, divennero sovente il più bel titolo della loro istoria, e ne tramandarono ai posteri la memoria. L’origine dei Conti di Ventimiglia da diplomi al tutto sicuri, che nell’insigne Archivio di Stato in Torino si conservano, risale ai primi anni del secolo xi, ed anzi fino al secolo x a mezzo di una donazione da essi fatta all’Abbazia di Lerino della terra di Seborga; diploma per vero apocrifo, ma di somma importanza per investigarne la origine e la figliazione.