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mera del regno italiano, appena convocata, raffermando questo giudizio lo nominava con grandissima maggioranza a suo presidente.

E come presidente della camera elettiva l’onorevole Rattazzi, a cui pure la natura concesse esile la voce e non robusta la persona, rivelò tali doti da farsi desiderare su quell’alto seggio da’ suoi medesimi avversari, sempre quando non ebbe a trovarvisi.

Dignitose nel contegno, cortese ne’ modi, pronto ed assegnato nella parola, facile a cogliere in mezzo al fervore d’una discussione il concetto più o meno aperto dell’oratore, fermo nel mantenere la disciplina, vigile e destro nel ricondurre la discussione sul vero suo terreno, raramente commosso, imparziale sempre, è forse tra i chiamati a reggere i dibattimenti della rappresentanza nazionale, quegli che seppe governarla con più sagacia e con maggiore autorevolezza.

Se non che non è a credere che la prima camera del regno d’Italia mirasse unicamente a queste cospicue qualità, allorquando con una maggioranza inaspettata innalzava Rattazzi al seggio presidenziale. Essa ha voluto certamente rendere pure omaggio, nella persona d’uno fra i più insigni suoi rappresentanti, a questo nostro Piemonte, ch’era stato fino allora il più strenuo preparatore del risorgimento nazionale, e maestro nella vita parlamentare. Ed il fatto è realmente che fra i tipi i più spiccanti dell’uomo di Stato piemontese l’opinione pubblica si era abituata da più anni a riguardare, dopo Cavour, quello di Rattazzi. Anzi s’ebbe talora chi pose l’uno a riscontro dell’altro, quasi il primo personificasse il patriziato illustre ad un tempo per natali e per ingegno, per ricchezza e per elevatezza di concepimenti, quel patriziato che nel campo della libertà contava già i due Balbo e i due Azeglio, e i tre Lamarmora e Alfieri di Sostegno e Perrone di San Martino, e i Santa Rosa e Giacinto Collegno e altri parecchi — quasi l’altro fosse la personificazione di quella borghesia, da cui in altri tempi erano usciti e l’Ormea e il Caisolti e il Bogino.

Probabilmente siffatto riscontro non regge più alla ragione dei tempi presenti, in cui oggimai vi ci vuole