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Pagina:Calani - Il Parlamento del Regno d'Italia, vol 2.pdf/111

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gio, inaspriti dalle resistenze incontrate nei loro disegni tentati nel mezzodì dell’Italia, facili allo spingere al di là dei confini della prudenza, facili al censurare, passionali, mal soddisfatti degli altri e fors’anche di sè medesimi per la coscienza della propria impotenza.

Dall’altro lato l’Assemblea offerse una forte maggioranza che di buona fede vedeva il proprio programma incarnato in un uomo, alla cui guida perciò si commetteva in piena balia, con fiducia illimitata, senza cercar mai se quell’uomo, a cui nessuno negava tutta l’elevatezza del genio, potesse realmente bastare a tutto.

Ebbene, fra questi due termini, fra queste due forze ineguali, sorse il partito di cui discorro, più inclinato a seguire la politica governativa che ad accettarla senza discussione, più disposto a sospingere il ministero, che a lasciarsene governare, più pronto infine a segnalare i vizî dell’amministrazione interna per ricercarne i rimedi, che a lasciarsi trascinare in un’opposizione sistematica e dissolvente.

Ora, tracciata così la posizione del terzo partito, delineato per tal modo il suo carattere, non arrivo a comprendere come chi sa studiare a fondo le varie gradazioni di una numerosa assemblea, in gran parte nuova alla vita parlamentare, possa negargli il merito di aver costituito un elemento tempratore della opposizione troppo spinta, e d’aver tal fiata servito di stimolo e di freno al potere, il quale, anche allorquando è posto fra le mani degli uomini più intraprendenti e più accorti, ha pur sempre d’uopo d’utili avvertimenti e di sagaci consigli.

In quest’ultima sessione Urbano Rattazzi, occupando quasi ogni dì il seggio presidenziale, non ebbe occasione di prendere la parola come oratore del suo partito. Però anche que’ deputati che per la prima volta ebbero l’onore d’essere chiamati a rappresentare la nazione, per poco che conoscessero la nostra storia parlamentare, non avevano certo d’uopo di nuovi saggi per sapere qual valente oratore sia il deputato d’Alessandria. Di rara nitidezza di concetti e di esposizione,