Pagina:Calani - Il Parlamento del Regno d'Italia, vol 2.pdf/158

Da Wikisource.

– 540 –

compensati. Garibaldi, a cui egli fece parte del resultato delle proprie osservazioni e dei mezzi di cui poteva disporre l’insurrezione ov’egli volesse accettare di capitanarla, aderì, come ognun sa, eroicamente a tentare la sublime impresa e mosse da Quarto, con a fianco il promotore di quella, cui seguiva la propria moglie, sola donna che facesse parte della spedizione.

Quando a Talamone il supremo duce dei Mille organizzò questa legione di eroi e ne nominò gli ufficiali, Crispi ebbe egli pure titolo e grado di ufficiale di Stato maggiore.

Avvenuto lo sbarco di Marsala, egli procede con le colonne ingrossate da numerosi volontari e assiste alla battaglia di Calatafimi. Dopo la pugna, che fu, come ognun sa, sanguinosa, rimane insieme alla propria consorte sul campo di battaglia e durante ventiquattro ore, ajutato efficacemente da alcuni contadini dei due sessi, si occupa a raccogliere, a medicare i feriti delle due armate.

Ma ben presto Garibaldi gli affida la gestione e il governo di tutti e di lutto nell’isola, assumendolo alle rilevantissime funzioni di segretario di Stato presso la dittatura.

Da quel momento Crispi ebbe in mano le redini del piccolo Stato, e il vero dittatore fu lui.

Entrato in Palermo coll’eroe di Calatafimi dopo un micidiale combattimento il di 27 maggio, il 2 giugno ebbe di già organizzato il governo, ritenendo per sè, oltre la segreteria di Stato della dittatura, il dicastero dell’interno e della sicurezza pubblica.

Non possiamo fermarci ad esaminare partitamente gli atti amministrativi del nostro protagonista, ma non dobbiamo tacere che, viste le circostanze nelle quali versava l’isola in quel momento, in cui un ordine di cose affatto nuovo doveva al più presto possibile sottentrare ad un regime abborrito, in cui gli uomini vecchi, che dovevano pure in gran parte esser surrogati, non si prestavano troppo ad ajutar l’opera del riformatore, e i nuovi, per mancanza d’esperienza o di capacità, o per mal volere, non secondavano bene il capo supremo dello Stato, viste, diciam noi, tali cir-